La nascita di un secondo figlio è un evento importante nella vita di una famiglia. Può essere una fonte di grande gioia e felicità, ma comporta anche molti cambiamenti e sfide all’interno del sistema famiglia.

Uno dei principali motivi per cui i genitori decidono di concepire un secondo figlio coincide, spesso, con il desiderio di fornire al primogenito la compagnia e il supporto di un fratellino o di una sorellina nel corso della sua vita.

Molti sono i benefici nell’avere fratelli. Essi possono essere fonte di apprendimento e sviluppo di abilità individuali e sociali. Tuttavia, la nascita di un secondo figlio comporta, inevitabilmente, una riorganizzazione dell’intero sistema familiare e, assieme ad essa, delle conseguenze psicologiche, sia positive sia negative, per entrambi i figli.

  

Conseguenze positive per il primogenito

La nascita di un secondo figlio può essere molto appagante per il primogenito in quanto può trovare un nuovo compagno di giochi e un amico con cui crescere. Essa può essere un’esperienza positiva e, come tale, può portare diversi benefici per il primogenito.

Innanzitutto, il nuovo arrivato può fornire supporto emotivo al primogenito che non si sentirà più unico e solo, ma in compagnia di un nuovo amico e compagno con cui condividere il suo spazio e la sua quotidianità.

Il primogenito, grazie alla presenza del nuovo arrivato, può imparare finalmente a condividere e a cooperare con un suo coetaneo, sviluppando così importanti competenze sociali, come la cooperazione, la condivisione, ma anche il conflitto e la sua risoluzione, insieme a capacità di integrazione e di negoziazione.

Il primogenito, inoltre, con al suo fianco il nuovo arrivato, può imparare a prendersi cura di qualcun altro più piccolo di lui, sviluppando così un senso di responsabilità e di altruismo.

  

Conseguenze negative per il primogenito

Il primogenito può sperimentare, però, anche una serie di emozioni negative a seguito della nascita del secondogenito, soprattutto se questo è stato concepito “per fargli da compagnia”.

Innanzitutto, può sviluppare gelosia nei confronti del nuovo arrivato e, ad un tratto, percepirsi meno importante o amato dai suoi stessi genitori concentrati, naturalmente, sulle cure attente e quotidiane del piccolo. Dovendo condividere quelle attenzioni che fino a quel momento erano sue soltanto, può sentirsi trascurato e messo da parte dai genitori, come se non avessero più lo stesso tempo da dedicargli, soprattutto se la differenza di età tra i due figli è piccola. Può sentirsi meno sicuro di sé e meno capace di affrontare le sfide della vita e manifestare la sua gelosia in diversi modi, come aggressività verso il secondogenito, comportamenti oppositivi o ritiro sociale.

Di fronte ad un bambino così piccolo e indifeso, il primogenito può sviluppare sentimenti di inferiorità e sentirsi non meritevole di tutte quelle attenzioni e cure che, invece, vengono inevitabilmente indirizzate al nuovo arrivato. Può sviluppare, così, sentimenti di insicurezza e inadeguatezza, sentirsi maldestro e incapace, considerandosi finanche un figlio non più degno dell’affetto dei suoi genitori.

Un’altra emozione comune è la rabbia. Il primogenito può sentirsi arrabbiato con i genitori per aver deciso di avere un altro figlio e per avergli “rubato” le attenzioni. Questa rabbia può essere diretta verso i genitori, verso il secondogenito o verso se stesso, soprattutto a seguito di una sua precedente e diretta richiesta ai genitori di aver un altro fratellino per cui ne sente un senso di colpa e di responsabilità.

In altri casi, il primogenito può sperimentare anche sentimenti di ansia o depressione: sperimentare la paura di perdere l’amore dei genitori o di non essere più all’altezza delle loro aspettative, ma anche la perdita della centralità nella famiglia e la sensazione di non essere più importante.

  

Conseguenze positive per il secondogenito

Per il secondogenito, la presenza di un fratello (o di una sorella) maggiore può essere un’esperienza molto positiva.

Innanzitutto, può sviluppare un senso di ammirazione nei confronti del fratello maggiore tale da trovare in esso un mentore o un modello da seguire.

Il secondogenito può imparare, fin da subito, a condividere e a cooperare con il fratello maggiore, ma anche a confliggere e a costruire soluzioni efficaci per la risoluzione del conflitto attraverso la ri-negoziazione dei propri diritti e bisogni, abilità essenziali per un buon sviluppo psicosociale.

I fratelli possono aiutarsi a vicenda nello sviluppo sociale, emotivo e cognitivo, imparando e insegnandosi a vicenda cose nuove e, allo stesso tempo, supportandosi nei momenti complessi e difficili del loro percorso di vita.

Inoltre, i fratelli possono offrirsi a vicenda un senso di sicurezza e appartenenza, aiutandosi a sentirsi meno soli e ritirati nel sociale.

  

Conseguenze negative per il secondogenito

Alcune difficoltà possono presentarsi anche per il secondogenito.

Innanzitutto, il secondogenito può sentirsi escluso o trascurato. Catapultato in un sistema familiare già organizzato, può sentirne il peso dei ruoli e delle relazioni già stabilite fino a quel momento tra i membri della famiglia.

Può sviluppare un senso di inferiorità rispetto al fratello (o alla sorella) maggiore, avendo esso già acquisito alcune competenze e abilità in grado di offrirgli maggior autonomia e campo d’azione.

Può sentirsi vincolato, soprattutto se spinto dai genitori, nel dovere seguire le orme del fratello maggiore, anche quando queste non sembrano lui congeniali. In tal senso, può sviluppare un senso di competizione con il fratello maggiore, specie nei confronti dei genitori, per ricevere le loro attenzioni e per dimostrare loro che le sue abilità possono essere considerate alla pari dell’altro.

Il secondogenito può sentirsi non importante tanto quanto il primogenito, può percepire che le sue esigenze possono venire trascurate in favore delle esigenze del primogenito e sviluppare sentimenti di gelosia, rabbia e risentimento nei confronti dei suoi familiari.

Il secondogenito, inoltre, può sentirsi non voluto o desiderato veramente dai propri genitori per il semplice fatto che la sua nascita è stata voluta “soltanto” per soddisfare le esigenze del primogenito o dei genitori piuttosto che per poter essere (ed esser percepito) un individuo a sé, sviluppando sentimenti di inadeguatezza, di insicurezza e bassa autostima.

Il figlio secondogenito può sentirsi come se fosse stato messo al mondo “soprattutto” per risolvere i problemi del primogenito, sviluppando sentimenti di vincoli ed oppressioni. In tal senso, può sentirsi non all’altezza delle aspettative dei genitori: concepito per essere una “compagnia perfetta” del proprio fratello, egli non può permettersi di differenziarsi o di individuarsi perché questo può esser percepito come un allontanamento dal primo. Come se il messaggio che gli arrivasse fosse “sei qui soltanto perché lo ha voluto tuo fratello, per cui dovete stare insieme e volervi bene”: una pressione per lui difficile da sopportare.

  

Cosa è importante?

La nascita di un secondo figlio è un evento che può avere un impatto significativo sulla vita di entrambi i figli.

È importante che i genitori siano consapevoli di queste possibili conseguenze e che siano preparati ad affrontare eventuali difficoltà. Per questo motivo, la sola volontà di concedere al figlio già nato una “compagnia” per il suo futuro non è sufficiente per poter affrontare tutti i complessi cambiamenti che ne derivano.

In questo senso, il desiderio di concepire un altro figlio, di donare la vita per una seconda volta e concedere il proprio tempo alle cure e alle attenzioni di un altro figlio, diviene elemento indispensabile per poter far fronte in maniera costruttiva e funzionale alle inevitabili trasmutazioni, emotivamente così importanti e complesse, derivanti dal diventare genitori per una seconda volta.

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